22 – 27 Gennaio 2024, sono le date del progetto “Più valore a Firenze – Riabi(li)tare la città “, un progetto di rigenerazione urbana.
Tra le esposizioni, la mostra Libere di…VIVERE! di Global Thinking Foundation, dedicata a tutte le donne e che vedrà protagoniste alcune vetrine in chiave 4.0.
Le vetrine 4.0 rappresentano un’innovazione importante anche per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi socialmente rilevanti e di attualità.
Mauro Ceglie, nato a Santo Stefano Lodigiano nel 1955, ha perfezionato il suo apprendistato, in particolare per l’uso del marmo, nei laboratori di Carrara, aggiungendo anche l’esperienza passata per tre anni vicino ad un maestro delle tecniche scultorie come Francesco Messina, da cui ha assimilato il rigore.
Nel 1981 viene riconosciuto dalla critica milanese come scultore figurativo-moderno emergente dedicandogli ampio spazio nell’annuario d’arte Comed.
Ha ottenuto il primo premio per la scultura alla Biennale Dantesca di Ravenna, alla biennale Città di La Spezia e alla quadriennale di Cremona.
Nel 2002 ha ricevuto il riconoscimento alla professionalità dal Rotary Club e dal Centro Culturale S. Cristoforo di Lodi.
L’opera di Ada Negri è stata plasmata in bronzo con patina bicroma dalla Fonderia. L’opera si trova a Lodi.
Scultore da sempre, Osvaldo Moi sin dalla sua infanzia manifesta una forte propensione alla scultura. Con un semplice coltellino, e in seguito con l’innovativo temperalapis, si cimenta sin dalle scuole elementari nella creazione di matite dalle forme più stravaganti lontano dagli sguardi della maestra. Sin da allora il suo stile unico, a volte ironico, sempre originale, segue curve essenziali e amore per il dettaglio. Le sue opere sono realizzate privilegiando il bronzo e i legni pregiati. Fa uso di materiali innovativi come alluminio, vetro-resina, plexiglass, resine epossidiche. Ama soprattutto esprimersi nel figurativo, ma si apre al surrealismo con la scultura. Essendo un creativo poliedrico, i suoi lavori sovente strizzano un occhio al design. Come ex Sottufficiale e pilota di elicotteri dell’esercito italiano dal 1980, nei suoi 37 anni di servizio, quando non era all’estero o in missione, ha sempre dedicato il suo tempo libero alla continua sfida con se stesso attraverso il confronto con le materie e il gioco delle forme.
L’opera si trova a Pianezza
Cristina nacque nel 1808 e visse nel pieno del Risorgimento italiano, ebbe contatti con tutti i maggiori protagonisti dell’epoca e sovvenzionò insurrezioni. Nel 1838 ebbe una figlia e si separò molto presto dal marito Belgiojoso. Organizzò un battaglione a Napoli per contribuire alle Cinque Giornate di Milano, diresse gli ospedali a Roma durante gli scontri del 1849, corrispose con Carlo Alberto e con Napoleone III; tenne salotti a Parigi con ospiti illustri e le furono attribuiti flirts con poeti, storici e musicisti; si avventurò da sola in Oriente dove organizzò una comunità agricola partendo dal nulla. Nel 1855 tornò a Locate, alle porte di Milano, dove aveva costruito asili, scuole e modernizzato il paese, portandolo ad un livello sociale molto al di sopra della situazione tipica di quel periodo.
La statua è situata in Piazza Belgioioso a Milano ed è stata realizzata da Giuseppe Bergomi.
Ci troviamo in Puglia, a Galatina, per ammirare l’opera La Lampada senza Luce. Un monumento femminista realizzato nel 1928 dell’artista Gaetano Martinez, che in questo nudo di dama sviluppa un’enigmatica figura femminile, come una bagnante adagiata su un manto, ritratta in una posa liberamente ispirata ai sepolcri medicei di Michelangelo. La pupa, come viene chiamata dagli abitanti di Galatina, schiaccia sotto un piede un volto umano e nella figura è possibile scorgere sotto la coscia destra anche un altro volto, avvolto dal tessuto. Questa immagine simbolica vuole rappresentare la bellezza e la libertà che trionfano sull’oppressione maschile e sull’oscurantismo dell’epoca.
Scomparsa nel 2013, Margherita Hack rappresenta la prima donna in Italia a dirigere l’Osservatorio Astronomico, portandolo a essere tra i più rinomati al mondo. Milano ha deciso di dedicarle una statua: la prima, su suolo pubblico italiano, che celebra una donna scienziata. L’opera è installata in Largo Richini, davanti all’Università Statale, s’intitola Sguardo Fisico e nasce dalla creatività di Sissi (all’anagrafe Daniela Oliviero), poliedrica artista bolognese da sempre attenta alla rappresentazione del femminile.
La statua rappresenta Margherita Hack mentre emerge da un vortice (la galassia che ha sempre studiato con entusiasmo) e senza un piedistallo, quasi a ricordarci lo spirito pratico della scienziata, che è decisamente riconoscibile con i suoi capelli scombinati, la sua corporatura, il suo stile, le rughe sul volto. Non è un santino: è la statua di una scienziata grandiosa nella sua normalità.
In occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna, il 13 marzo si è tenuto un incontro molto stimolante con gli studenti presso il Liceo italiano Leonardo da Vinci di Parigi, coordinato dalla professoressa Paola Visone e dalla nostra responsabile dei rapporti con le istituzioni italiane, Elena Rossi.
Sono state presentate le attività della Fondazione, seguite dalla proiezione del film documentario “Libre de…. VIVRE”.
Sempre in occasione di questa giornata internazionale, la Maison d’Italie ha ospitato l’inaugurazione della mostra “Toponomastica Femminile di Parigi”, organizzata dagli studenti delle prime classi del Liceo italiano Leonardo da Vinci, coordinati dalle professoresse Francesca Loprieno, Maria Marra e Paola Visone e promossa da Global Thinking Foundation (l’Associazione Global Thinking France) in collaborazione con DIRE e altre associazioni italiane.
La Toponomastica è la parte della linguistica che si occupa dell’insieme dei nomi attribuiti alle entità geografiche e si dedica al loro studio per approfondirne le modalità di formazione e diffusione sul piano geografico e storico. Più precisamente, con questo progetto, i ragazzi del Liceo italiano Leonardo da Vinci, hanno dato risalto a quelli che appunto sono le strade che prendono il nome di donne.
Emerge quindi che a Parigi, oggi, l’8% degli odonomi è femminile contro il 59% degli uomini e il 33% è neutro (né maschile né femminile).
In particolare, emerge che nel quartiere Grenelle del 15 arrondissement c’è una maggior concentrazione di vie con nomi femminili.
Volendo portare un confronto con una tra le più note città Italiane, Milano vedremo che c’è il 3,31% di odonomi femminili, il 59,7% maschili e il 36,99% sono neutri.
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