Con questa quinta graphic novel ci lasciamo trasportare dalla sagace penna di Mary Henrietta Kingsley, antropologa, etnologa ed esploratrice instancabile, all’interno di un ambiente vittoriano di fine Ottocento e conosciamo luoghi del continente africano perlopiù sconosciuti agli europei in quei tempi.
Mary a trent’anni rimane orfana ed inizia così il suo primo viaggio africano dall’Angola al Congo, riportando interessanti reperti e campioni faunistici che le valgono un incarico ufficiale dal British Museum. La fama che cresce in Inghilterra la porta a sessioni imperdibili presso le Camere di Commercio di Manchester e Liverpool, dalle quali emergono subito le sue istanze puntuali e progressive sull’uguaglianza tra “uomo bianco” e uomo africano. Ma non solo: Mary sottolinea anche il mancato rispetto delle peculiarità tribali asservite a logiche coloniali, spesso miopi della ricchezza che la diversità culturale porta con sé, insieme a sfide religiose e civili sulle quali confrontarsi è necessario per preservare le popolazioni locali nella loro specificità.
Inclusione e conoscenza gli uni degli altri, senza giudizio o pregiudizio, ma con quel senso civile e sociale di accoglienza diventa servizio militare nel caso di Mary. Infatti, si offre come volontaria durante la guerra anglo-boera per offrire assistenza a Città del Capo ai feriti, senza tirarsi indietro neanche allo scoppiare di una pandemia di febbre tifoide. Si ammala e muore, sempre fedele al suo impegno sincero e accorato verso l’umanità e i più deboli.
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