La graphic novel di questa eroina del cinema americano è dedicata ad una donna che abbraccia una carriera da regista, dominata da sempre dagli uomini, grazie al suo straordinario talento che la vede iniziare come pittrice e che la porta a New York da San Francisco, dopo aver vinto un prestigioso programma di studio.
Una donna molto lontana dallo stile divistico e sempre molto riservata, poco fa trapelare della sua vita e collaborazione con il grande James Cameron, che sposa nel 1989 e lascia dopo solo due anni. In “Point Break” (1991): un film cult imprescindibile degli anni Novanta, rivela poi tutte le sue qualità con James Cameron che addirittura qui opera in veste di produttore esecutivo.
Con un notevole talento visivo e la capacità di costruire un ritmo serrato, l’autrice riesce a lasciare un segno indelebile nel genere unendo le logiche del poliziesco made in USA a una storia di sfida quasi ancestrale tra due uomini, tra ordine e caos, tra uomo e natura.
I suoi film migliori continuano poi raccontare con toni vividi l’America il più delle volte, sempre con grande tensione come in “Detroit” (2017) dove riuscirà a sviscerare le radici storiche e culturali della violenza razziale nei fatti del 1967 utilizzando la pellicola come strumento sempre più politico di denuncia della sopraffazione culturale e sociale sulla comunità afroamericana.
Oltre 40 anni di carriera ed almeno 10 film memorabili dove ricorrenti troviamo il tema della ribellione e quello della violenza, due facce della stessa medaglia, entrambi che trascendono dall’ambito privato per diventare fotografia di una società, e tratto distintivo inevitabile dell’umanità.
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