L’ideazione della graphic novel sulla vicenda biografica di Gerty Cori ha tratto spunto dalla valorizzazione degli aspetti scientifici del suo genio senza trascurare la profonda intesa e comunanza di intenti della scienziata con suo marito Carl Ferdinand Cori, a dimostrazione dell’affettività “creativa” che una coppia può raggiungere basando la propria unione sul rispetto reciproco e non sulla prevaricazione dell’uno sull’altra.
Il loro legame viene suggellato dal matrimonio a pochi mesi dalla laurea che entrambi conseguirono nel 1920, e sempre nello stesso anno completarono la loro prima pubblicazione sulle cellule immunitarie del sangue. Il crescente antisemitismo in Europa li costringe a trasferirsi in America dove otterranno la cittadinanza nel 1928 ma non vedranno terminare discriminazioni e pressioni relativamente alla loro fede religiosa ma soprattutto all’ostinazione di Carl di lavorare insieme. Infatti, Gerty fu discriminata in quanto donna anche negli USA e, consapevole delle discriminazioni contro le donne scienziate, si adoperò più volte per aiutarne l’inserimento nella professione.
In questa miniserie dedicate alle scienziate contemporanee avviata con la figura di Eva Calvino ci spostiamo con Gerty in un ambito della medicina, ed in particolare della biochimica, particolarmente attuale e cruciale per gli sportivi e non solo: infatti i Cori scoprirono l’esistenza di una cooperazione metabolica, una suddivisione del lavoro, tra il muscolo scheletrico che lavora in condizioni di limitata disponibilità di ossigeno ed il fegato. Un esempio lampante della complessità e perfezione della fisiologia del corpo umano. Il Premio Nobel arriva nel 1947 ed è legato a questa importantissima scoperta relativa al processo metabolico responsabile della conversione dell’acido lattico in glucosio, oggi conosciuto come ciclo di Cori.